Impronta dentale digitale
Uno dei momenti più fastidiosi e vissuto con ansia dai pazienti è quello dell’impronta dentale.
La presa dell’impronta con il metodo tradizionale avviene attraverso l’introduzione in bocca di un cucchiaio portaimpronta in acciaio riempito di alginato, un composto che si solidifica dopo qualche minuto in bocca al paziente. Per alcuni pazienti con un riflesso faringeo accentuato, questa attesa può essere insopportabile e portare a nausea e vomito.
Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie nel settore dentale, nella maggior parte dei casi l’impronta analogica può essere sostituita da quella digitale.

Come funziona?
È uno scanner intraorale che si passa sui denti e rileva un impronta 3D attraverso un lettore ottico, che trasferisce i dati al computer che li elabora in tempo reale e ricostruisce digitalmente denti e gengive.
La punta del lettore è piccola, quasi come un evidenziatore, e la lettura ottica è molto veloce, il che comporta poco stress e non scatena nessun conato di vomito.
L’immagine, inoltre, è estremamente precisa e si riduce al minimo il margine di errore che ci può essere in maniera analogica per via di più passaggi.
Quando si usa?
L’impronta digitale si utilizza per la realizzazione di manufatti protesici come faccette, ponti, corone e intarsi o in ortodonzia, sia per gli allineatori invisibili che per gli apparecchi dentali tradizionali.
L’immagine rilevata dal computer viene trasferita via internet ad un altro software che permette di progettare i dispositivi medici virtuali su misura del paziente che poi diventeranno reali tramite fresatori e stampanti 3D.





